Cèlio e il suo aquilotto

Cèlio e il suo aquilotto

per Adriano

 

Cèlio aveva un aquilotto in voliera
raccolto implume fra rocce e morene
intirizzito dall’acqua e dal freddo
il giorno del suo primo volo.

Eran divenuti col tempo inseparabili amici
insieme molti giorni trascorsero lieti.
Quando il ragazzo gli parlava, l’aquilotto
con lo sguardo stava ad ascoltare,
come se davvero capisse e potesse aiutare.

E un giorno che il sole splendeva stupendo
e la primavera come un vento leggero
camminava meravigliosa nei prati
a ridestare nell’erba la voglia di crescere
l’aquilotto sentì in animo la voglia d’uscire,
di volare su in alto nel cielo ed oltre le nubi
in quell’aria piena di vita e di luce.

Cèlio temeva di perdere il suo piccolo amico
il dolce compagno di tanti teneri giochi.
Amorevole si strinse al petto l’aquilotto:
i suoi occhi imploranti gli parlavano al cuore:
«Non temere, rimarrò ancora tuo amico. Solo,
lasciami a vedere il mondo, grande com’è.
Non tenermi più prigioniero in voliera:
con me, un poco tieni prigioniero anche te».
Cèlio comprese, e con un bacio lo salutò
... che libero s’innamorasse del cielo.

E da allora furono insieme per sempre.
E se guardi in alto, ancor oggi li vedi,
maestosi planare nel cielo vasto e splendente.

 

Esine, novembre 1985

 

Cuori di barbari Nostalgia della vita


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Cèlio e il suo aquilotto by Vittorio Volpi
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On line dal 19 novembre 2009

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