La cutrettola

Hodites, sono in viaggio, sto venendo da te.

Un batticoda fra le sbarre del cancellino
mi ha invitato a seguirlo, sa dove trovarti.
È un uccello magico, simpatico, è curioso seguirlo.
L’ho seguìto altre volte, mi ha portato in posti tranquilli,
su poggi ameni, con temperature fresche e dolcissime.

Bastava un respiro, uno sguardo d’intorno e mutavo d’umore.
Dopo un po’ che stavo a guardare, il paesaggio spariva:
vedevo davanti i miei stessi pensieri, un luogo della mente.
E come nel paesaggio reale, vedevo alberi, erbe e fiori,
un ruscello, un gregge, il folto di un bosco, acque stagnanti.
Non v’erano case o persone, solo natura – autarchica.

Al mio arrivo un leprotto corse scappando sotto un cespuglio,
ma sentendo che lo chiamavo, si fermò ad ascoltare;
e intanto brucava verdi piantine di euforbia.
“La natura lo nutre, a casa per lui avrei solo una gabbia”.

Lo spirito del luogo mi prende per mano,
mi porta in un boschetto di querce, protetto.
Odo i mille sussurri dello stormir delle foglie.
Sento che qualcuno è presente, lì m’ha chiamato.
Il sangue si scalda, il respiro fatica: ho capito chi è.

Mi accoccolo, le mani giunte sotto la guancia.
Un torpore dolcissimo m’invade e mi svuota.
Mani invisibili mi accarezzano il corpo,
sento una guancia appoggiata alla spalla.
Uno stupore bianchissimo mi abbacina.

«Dove sono? Nelle parole, nell’immaginazione, nel sogno?»

Assaggi di Paradiso.

 

Cremignane, 16 giugno 2011

 

Il buon pane Il Paradiso


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