Una barchetta

Una barchetta

Credo poco ai miei progetti: son così autoerotici!
Vogliono simulare, ricostruire, imitare la realtà.
Quanta hybris! Sfido che poi non te ne va bene una!
Primum vivere! Seguir la corrente dei fatti e dei casi.
Come puoi vedere il mondo, apertamente, dalla rete di un setaccio?
Come puoi amare il mondo e tutta l’altra gente
se li metti sgabelli al tuo salire più in alto?
Come puoi pensare di mangiarti il mondo per sentirti più forte?
Che ti vedi del mondo – pista spianata alla tua corsa sempre più veloce?
Non così si onorano gli olimpici dèi!
La vita non è fatta di sfide, le vette per esser scalate,
i termini per esser spostati più in là, la bellezza un’effimera moda.

Non possiamo, non dobbiamo fare di più, sempre emulando,
con la segreta superbia di saper fare di meglio.
Meglio svagarmi con una barchetta di canna, la vela di carta
e vederla nel mastello viaggiare sospinta dal soffio di vita con cui la sospingo.
La bellezza orgogliosa di un frutto maturo,
un tramonto – qual novità – eppur ogni volta è qualcosa di nuovo.
E son belle le albe, i bimbi, le mamme, i cuccioli tutti.

È bella la vita quando tende il suo arco e come frecce libriamo.
Vedendo voliamo ci par d’esser liberi e signori del mondo.
Lo scocco iniziale infilerebbe uno per uno tutti gli anelli:
di tutto vogliam dirigere il corso, pensando saper tender quell’arco.
Definiamo per veri i calcoli nostri, artistici i nostri disegni.


Ci basta planare, ammirare la bellezza vera del tutto, per portarla con noi.

 

Cremignane, 17 maggio 2012

 

Nella notte Μαστίγωσις (flagellazione spartana)


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Una barchetta by Vittorio Volpi
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On line dal 17 maggio 2012

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