Arriva il Signore

Arriva il signore

 

«Sveglia tutti, che arriva il Signore!»

Le cellule, tutte, si passan la voce: «Arriva il Sovrano!»
Si apron finestre, si cambia aria agli ambienti:
è tutto un volteggiar di tendaggi, si chinan le fiamme dei lumi.
Il palazzo è tutto un fermento, euforia, serietà, celerità.
Si sente in cortile lo scalpicciar dei cavalli.
«Il re vuole un figlio...» i serventi si passan la voce,
«... vuole celebrare così la vittoria, una vita per molte.»
Recula l’astrologo, i fatti gli hanno oscurato le stelle.

La regina si scioglie i capelli, si toglie monili e le unghie dorate.
Attende nell’acqua il suo uomo, si sente sol donna.
Ecco il forte consorte, rude, villoso... bramoso.
Sente una mano le si appoggia sul ventre: ha un fremito.
Gli scarruffa a due mani il petto e i capelli,
c’è ancora la benda alla spalla dove l’ha punto una freccia di striscio.

Gli giunge d’altrove un pensiero: «Nel corpo siam come tutti»
«Anche nel cuore. Ricordalo al Consiglio di Stato,
al tuo Stato Maggiore, e quando chiedi ai soldati la vita.»
«Si dà la vita per i figli» – «È bello anche morir di vecchiaia».

Sedati i grandi pensieri della guerra e del regno,
altra smania inonda il Gran Re, riposato, pulito.
Dopo la giornata assolata, gli accecanti baglior degli acciai,
la bianchezza della pelle – lunare –, gli torde briaco il sentire.
Sente l’esercito gridare tre volte gli hurrà,
e il rompete le righe : non c’è solo guerra a ’sto mondo.

 

Cremignane, 21 febbraio 2012

 

 

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On line dal 21 febbraio 2012

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