L'Edelweiss

L’Edelweiß

 

Come mai che guardando lontano io vedo più dentro?
Come mai guardando da dentro vedo oltre lo spazio?
Se penso che son fatto della stessa materia
e la crosta terrestre si riscalda a due fuochi,
che l’etere e il vento, il volo e il canto d’uccelli
mi espande ed affina il sentire, l’udire, il vedere
e mille corde in tensione si mettono a vibrare da sole,
allora son certo che veniamo da un lampo:
miliardi di atomi si son radunati formando le carni,
una sonora armonia ci ha composto le parti,
ad ogni respiro una spira ci lega col mondo.

Siam terra, fertile humus, pervasi d’umori ed umori:
notte e giorno a vicenda ci conchiudon la vita:
nel giorno viviamo reali, ci plasma un raggio di sole;
la notte ci affina nel buio ogni senso, vediamo coi sogni.
Al risveglio ci rasiamo i pensieri obsoleti – che barba! –
Il giorno ci fa l’adunata, presentiamo la forza.
Un gallo il sole saluta, squilli di tromba il garrir di bandiere.

In cuor nostro mandiamo un saluto a chi ci ama;
un’imprendibile fiamma ci fa libero il cuore,
libero di non aver altra vetta che una:
non sarà la più alta, la più impervia, ma è la più consone a noi.

Abbraccio le zolle a braccia distese, bacio i bianchi sassi affioranti.
Sento mi sorride la roccia, un giglio amaranto mi dà il benvenuto,
un vaniglione purpureo ha un profumo dolciato e finissimo,
un Edelweiß mi sfoglia i ricordi, e quanto ancor amo.

 

Cremignane, 26 febbraio 2012

 

Arriva il Signore La vita è un maglione


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