20 d'agosto

20 d’agosto: sul trenino che va in Valle

Un gioco di ombre profila il tuo volto, scolpisce chi sei.
Più la luce t’incide, più i rilievi si accentuano.
Dalla tua fissità si intuisce un fermento interiore:
e per primo lo osservi stupito e non lo vuoi interrompere.
Ti scruti nel buio accogliendo il raggio benefico.
Come cera t’imprimi il tuo volto nell’anima,
Anzi, te la senti espansa che s’imbeve di luce.
Anima e luce son della stessa natura: e vivi.

Il respiro, pacato e sicuro, cattura la tua attenzione:
non altri pensieri: il buio dentro la grotta non è più così buio.
La mente stenografa quel poco che riesce a capire e tradurre.
Sa dei polmoni, del cuore, di ossa, cervello, midolla.
Tutto lavora in silenzio, come fosse semplice notte o sotterra.

Esplori la pelle e ti senti un involucro pieno d’essenza.
Ritiri le braccia dentro le maniche, ti abbracci la pelle del petto.
T’avverti intero e perfetto, ti piace sentirti intimo e nudo.
Ti rintoccano senza rumore i tuoi quindici anni e le tirate d’orecchie.
In asse allo zenit, piantato alla terra, allarghi le braccia:
misuri la tua esistenza presente, sei più che sol corpo e pensiero.

Non un’emozione, non un umore disturban quel raggio di sole.
Il volto senza un sorriso, le palpebre chiuse, mute le labbra,
sembri astratto dal tempo e dal mondo, in lontano nirvana.
Dal sudore alle mani senti quanto sei forte, sei vivo, sei qui.
Senza pensieri, né sguardo, né espressione nulla ti fa uomo,
eppure, nessuno così, mai come ora hai capito chi sei.

 

Cremignane, 12 ottobre 2012.

 

 

Ondivago Ciocchi a Natale


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