Accade l'insperato

Accade l’insperato

 

I fatti poi sempre mi spiazzano: è il nuovo che accade, l’insperato.
Ha ragione il mio cane (e tutta la natura): svegli ed attenti.
Equilibristi da circo camminiam sopra una palla (1),
son più le cadute che i passi, allenati non si è mai abbastanza:
inventivi, flessibili, accomodanti, adattabili, pronti a tutto, sempre.

Ogni sortita può esser letale, ogni caduta per sempre infermare.
Ogni giorno è imprevedibile: e noi un poco più nuovi e sempre più pronti.
Camminiamo in un labirinto con pareti scorrevoli, con ante girevoli:
un sesto senso per fortuna ci guida, ha una visione dall’alto.

Siam solo la mota e la paglia pestata da piedi di schiavi,
ci fan cuocere al sole come mattoni in forme squadrate.
Nulla sappiamo del disegno del Grande Architetto – se c’è.
Eppure ci possiamo disciogliere, ridiventare ancor fango.
Dall’argilla ci spuntan due mani d’artista – son questi i miracoli! –
e ci plasmiamo come meglio vogliamo, ci firmiamo con l’impronta del pollice.
Abbiam tutti una pressa e una forma, una lama ci rasa lo sbordo.
Punzoni ci coniano addosso il nostro valore; ci schiavizziamo da noi.
Abbiam conservato i ritagli, ci divertiamo a plasmarci.

Il cuore va in cerca, attento perlustra: nulla. Si può ben rientrare.
Ma proprio allora: ecco la lepre! che quasi schernisce e disdegna.
Si rituffa sgraziato, ma pien di coraggio, dà fuori da matto.
L’emozione mi fa tartagliare, risucchia il fiato a certe parole.
Le frasi a copione mi escono bene, sono le altre che non mi dan tempo a pensarle.

È così che son nuovo ogni giorno, la vita mi rinnova giorno per giorno.
Tengo vuota la mente, pronto a vedere come la vita nuovo mi plasma.

(1) Dall’allegoria del Kairós (il momento opportuno, l’occasione buona, la coincidenza fortunata, l’attimo da afferrare).

Solo dopo averla scritta, il caso mi ha fatto trovare questi versi che Euripide utilizza (con minime varianti) a conclusione di cinque tragedie: Baccanti, Alcesti, Medea, Andromaca, Elena, ciascuna può essere letta come illustrazione del medesimo paradosso, o dito divino nelle vicende umane.

«Il divino ha molte forme
e gli dei realizzano molti eventi contro ogni aspettativa:
non si compie ciò che è atteso
e di ciò che è inatteso il dio trova la strada»
[Trad. Davide Susanetti]

 

Cremignane, 22 maggio (6:20)

 

 

L’accadere dei fatti Il dono dei fatti


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Accade l’insperato by Vittorio Volpi
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On line dal 22 aprile 2013

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