Passa il giro
Alto ominoso silenzio, come fosse un portento.
Le menti in ostaggio, stragrandi i poteri.
E sirene e polizia, vigili e volontari fosforescenti.
C’è aria di sacro: un nuovo Baal all’altezza dei tempi.
Per fortuna cantano i merli, allegri nel loro ciarlìo.
Una calamita ha tutti attirato, attendono lungo le strade
come passasse il Santissimo nell’ostensorio dorato.
Fa effetto tanto silenzio nel bel mezzo del giorno;
come prima di un terremoto: ma tutto è così artificiale.
Tutto fermo come a mezzogiorno, come un’altra ora nona.
Qualcuno dirige, mette transenne, blocca auto e passanti:
che sian le prove generali di un colpo di stato?
Un silenzio comprime le tempie, manca il solito traffico.
È così tutto come sospeso: per ora è solo spettacolo.
Ma mettere il tempo sotto una campana di vetro è un furto.
Nere limousines dai cristalli oscurati, come portassero un morto.
Che sia propaganda, preannuncio di tempi bui e silenzio?
La natura sorride. Verde, azzurro, bianco: i suoi colori di sempre.
Indifferente, muta e sovrana, col suo silenzio così naturale.
L’apparato è imponente, poliziesco: tutti fermi, passa il Giro.
Poi lo schiamazzo: clacson, fischi, sirene, trombe da stadio.
E il fruscìo dell’aria tritata dai raggi: sfilan veloci, uguali l’un l’altro.
Gli eroi dello sport, i nuovi campioni, con monumenti di carta.
Non guardo la tele, da anni: un mondo in immagine più reale del vero.
L’attesa di migliaia può contagiare, mutare sentimenti e pensieri.
Non lo voglio vedere nemmeno dal vivo, dal balcone di casa.
Mi farò il mio solito giro in campagna, uscendo dal retro.
Cremignane , 23 maggio 2018, circa ore 15
Il mio vicino mi guarda Meditando sul nudo
Passa il giro by Vittorio Volpi
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On line dal 20 ottobre 2017
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