Nel sottobosco muscoso

Nel sottobosco muscoso

 

Catturo il fumo di un suono in una scultura di porcellana:
risuona ora di questa materia e non più dello strumento che gli ha dato la forma.
Così si riduce il pensiero in parola, ha suono diverso, ma almeno è fissato.
Svanirebbero in fumo i pensieri, come suoni non ricordati.
Che rimane anche dei sentimenti, fuor del momento in cui li abbiamo provati?
Di una nave mi rimane la scia, di un aereo il verde segnale sul radar.

Del picco di vita al presente accolgo in parole il morente riverbero.
Mi tuffo allora a far surf sull’onda che va a smorir sulla spiaggia.
Sono alti, appartengono all’onda, il mio tempo e il mio spazio, il mio esserci.
Viaggio sull’apice d’una frequenza non badando ai valori sugli assi.
L’oscilloscopio mi cattura, mi disegna verde sinusoide, sono un segnale.
Catturo in un cavo la sequenza degli attimi, la processo a mio modo:
il flagello di un neurone è percorso e squassato dalla scintilla che passa,
velocissima un’altra ne segue, senza quasi distanza e brilla là in punta.

Il cursor del momento mi dice che accade là sulla proscenio del mondo:
sulle gradinate ciascun dei presenti capisce a suo modo, cuce un messaggio.
I fatti nel lor svolgimento diventano frase, espressione regolare, sintatticamente compiuta.
La nota di adesso è entropica e uguale a se stessa, ho bisogno della mia scia,
dello scandaglio che mi fa evitare gli scogli, del sestante che mi fa il punto-nave.
Percepiamo con sensori diversi, ciascuno appropriato, nessuno bastante per sé.

Ma tutto vivremmo egualmente anche senz’aghi e sismografi, secondo natura.
Perché ci piace ogni giorno il tramonto? E una rossa bacca lucente ancor ci stupisce?
O l’alto silenzio d’un bosco, del monte o del piano, senza il continuo tinnir degl’incudini.
Non si ode nemmeno il respiro. Allora ci arrivan parole fluenti, scintillanti, silenziose.
Parole fisiche, fresche, odorose, ominose, che dileguan senza cura di lasciarci una traccia.
Scivolo come fuscello portato lontano da un veloce ruscello, da un refolo d’aria,
in groppa ad un cervo per sconosciuto sentiero nel sottobosco muscoso.

 

Cremignane, 26 novembre 2014 (5:35)


Cielo blu dell’Himalaya Ti diverti con me?!


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Nel sottobosco muscoso by Vittorio Volpi
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